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Il nuovo sticky footer di Bing Search potrebbe cambiare il comportamento di ricerca

Un nuovo Sticky footer su Bing Search
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Microsoft sta testando un nuovo formato nei risultati su Bing Search: un sticky footer con ricerche correlate visibile anche durante lo scroll. Una scelta apparentemente marginale, ma che potrebbe trasformarsi in un game changer per la UX e, indirettamente, per il suo ecosistema SEO.

Perché questa novità conta più di quanto sembri

Nel mondo dei motori di ricerca, la disposizione degli elementi visivi condiziona comportamento, decisioni e funnel di conversione. Il nuovo footer di Bing, che rimarrà persistente, visibile sempre, è una mossa che punta a:

  1. Aumentare il tempo di permanenza sulla SERP
  2. Stimolare nuove query per sessione
  3. Fidelizzare l’utente nel contesto Bing, scoraggiando il bounce verso Google

La logica è simile a quella di YouTube o TikTok, mantieni l’utente “nella piattaforma”, servigli suggerimenti contestuali prima che vada via, tienilo li.

Bing Search sticky footer
Fonte immagine: Sachin Patel from X

Implicazioni strategiche per SEO e content strategy

Questo piccolo test apre a riflessioni molto più ampie.

Una Keyword Strategy più fluida, dato che le ricerche correlate diventano touchpoint interattivi, non solo suggerimenti. L’utente non è più alla fine della sua ricerca, è stimolato ad approfondire, ampliare, o nel caso riformulare le sue query.

Implica inoltre una maggiore importanza a keyword semantiche e correlate. Chi crea contenuti dovrà pensare sempre di più in cluster più interconnessi, con link interni forti e topic che si parlano tra loro. Nulla di nuovo, se ne parla e si opera in questo modo da anni, però spesso è importante ribadire il concetto.

Il CTR sarà probabilmente più redistribuito nella SERP, perché un footer sticky può ridurre l’attenzione sui risultati organici tradizionali.

In pratica, se non sei tra i primi, ma sei “vicino” a ricerche suggerite… hai una nuova chance di essere selezionato, con una potenziale redistribuzione del traffico anche verso contenuti secondari, se ben allineati con le correlate.

Ci saranno di certo nuove metriche da monitorare, e se la tendenza si conferma, bisognerà iniziare a tracciare:

  • query per sessione da Bing
  • tasso di ritorno alla SERP
  • comportamento cross-query

Tutti segnali utili per leggere il comportamento del search intent con occhi nuovi.

Ma soprattutto, attenzione all’evoluzione delle SERP

Questo test non è un caso isolato.

È l’ennesimo segnale che le SERP stanno diventando ambienti esperienziali, non più meri elenchi di link.

Un cambiamento di poco conto rispetto alla grande rivoluzione di Google con AI Mode, che ci spinge però ad adottare una mentalità sempre più a 360°, perché ogni contenuto che creiamo o che ottimizziamo, deve essere una risposta, ma anche un invito a continuare la ricerca, fino alla conversione finale.


Il modo in cui gli utenti cercano sta cambiando. Ma il vero punto è che sta cambiando anche dove e quanto i motori influenzano quel cambiamento.

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Search & Digital Marketing Specialist | Associate Director @ ADworld Experience at Impulve
Noto per organizzare persino i pensieri in liste puntate, è una specie di "eremita sociale" che trova equilibrio tra il piacere delle connessioni umane (quelle vere) e la meditazione della solitudine.

Lontano dalle Serp puoi trovarlo a leggere e studiare, allenarsi, cucinare ramen, o immergersi in avventurosi giochi di ruolo.
Samuel Mazzotta
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